Jus Day: Career Day della Facoltà di Giurisprudenza

Obiettivo dello Jus Day è consentire ai nostri studenti e laureati di avere un'immediata conoscenza di alcuni studi professionali ed altre realtà lavorative che hanno un ruolo di primaria importanza in ambito italiano ed internazionale.

Jus Day 2019

Il pomeriggio del 28 novembre 2019 la Facoltà di Giurisprudenza ha ospitato la prima edizione dello Jus Day espressamente dedicato all'esercizio dell'Avvocatura in Trentino.
L’evento ha favorito l'incontro fra gli studenti e neolaureati della Facoltà di Giurisprudenza e gli avvocati del Distretto della Corte di Appello di Trento, che hanno illustrato, ciascuno per il settore in cui principalmente opera e in rappresentanza delle diverse Associazioni Forensi, le peculiarità della professione di Avvocato, mettendosi così a disposizione di coloro che hanno voluto soddisfare specifici dubbi o curiosità, anche in vista di future scelte post-lauream.

Jus Day 2018

Nel 2018 lo Jus Day si è tenuto nell'ambito della Career Fair di Ateneo, evento organizzato grazie alla collaborazione di tutte le strutture accademiche e dell’Ufficio Job Guidance.
Presso la nostra Facoltà: 41 gli stand presenti a rappresentare studi legali, aziende ed Ong, 21 le presentazioni aziendali e più di 1300 candidature inviate da studenti e laureati.

In occasione di quest'evento, i nostri studenti Anna D'Agostino e Francesco Pallotta hanno intervistato alcuni dei professionisti presenti per conoscere meglio le loro realtà professionali e le caratteristiche che ricercano in un candidato ideale.

Dott.ssa Luise Ruggiero - Studio legale White & Case
Luise Ruggiero
Buon giorno dott.ssa Luise Ruggiero, un breve riassunto del suo percorso accademico…

Ho studiato fino alla maturità in Italia e successivamente, avendo i genitori inglesi, sono andata in Inghilterra per frequentare l’università. In quel paese i metodi e i percorsi di studio sono differenti rispetto all’Italia. Innanzitutto non c’è bisogno di ottenere una laurea particolare per accedere alla Law School, che è ad ingresso libero e dura due anni. Io per esempio, mi sono laureata in lettere antiche e, come prassi in Inghilterra, durante il terzo anno ho iniziato un praticantato in uno studio legale abbastanza grande che poi mi ha coperto le spese della Law School.

E l’esame di stato?

In Inghilterra non bisogna fare alcun esame di stato. Dopo i due anni di pratica, durante i quali ruoti ogni 6 mesi in un dipartimento diverso, si diventa automaticamente avvocati. Il difficile risiede nel riuscire a trovare uno studio che ti assuma come praticante e che copra le spese universitarie, piuttosto altine.

Tornando ad oggi, di cosa si occupa attualmente?

Dopo l’esperienza inglese mi sono trasferita a Milano e ho iniziato a lavorare nello studio White and Case, dove mi occupo di tech and capital markets, sempre però all’interno dell’ambito del diritto inglese.

Di cosa si occupa lo studio White and Case?

Lo studio, avendo più sedi nel mondo, Europa, America e Asia, nonché un consistente numero di avvocati al seguito, si occupa di moltissime materie legali e finanziarie. Per enunciare qualcuno dei settori principali, particolare importanza è rivestita dalle questioni di capital markets, sia lato tech che equity, M&A, banking e antitrust.

Quali consigli darebbe a un laureando, proseguire gli studi o tuffarsi nel mondo del lavoro?

Dipende dall’ambito in cui si vuole lavorare, poiché in alcuni di questi è necessario uno studio più approfondito di quello ottenibile tramite un normale percorso di laurea. In generale tuttavia, non sono richieste conoscenze così particolari inizialmente, pertanto consiglierei di tuffarsi nel mondo del lavoro, per riuscire a capire in fretta cosa si vuole fare.

Identikit del candidato ideale…

Sicuramente cerchiamo persone accademicamente qualificate, e questo è il primo scoglio di selezione. Il livello di inglese deve essere buono, possibilmente alto, poiché ci si ritrova quotidianamente ad averci a che fare. Utile è sicuramente aver fatto un’esperienza all’estero, che attesta di per sé la voglia di mettersi in gioco. Inoltre è essenziale essere disposti ed essere in grado di adattarsi a diverse tipologie di lavoro.


Dott.ssa Giorgia Vitanza - Studio legale Portolano Cavallo
Giorgia Vitanza
Buongiorno dott.ssa Vitanza, di cosa si occupa lo studio che lei oggi rappresenta?

Buongiorno, lo studio Portolano Cavallo fornisce consulenza legale alle aziende che operano in settori complessi e in continua evoluzione: è leader nei settori Digital, Media e Technology, oltre ad essere riconosciuto nei settori Life Sciences e Fashion/Luxury. Le aree di attività dello studio comprendono dall’ambito societario e contenzioso alle operazioni di M&A e Venture Capital, dall’assistenza alle startup allo sfruttamento e protezione della proprietà intellettuale in tutte le sue diverse forme, dal diritto del lavoro alle questioni riguardanti protezione dei dati, privacy e cyber-security.

Quale categoria di clienti si affida a voi?

Il nostro studio ha un focus industriale-digital per cui i nostri clienti provengono da canali televisivi, aziende di e-commerce della moda e del cinema. Abbiamo un'area riservata alle startup che curiamo dal punto di vista societario, di base e nella quotazione. Le supportiamo affinché possano svilupparsi.

Qual è stato il suo cursus studiorum e di cosa si occupa?

Mi sono laureata in Psicologia del lavoro e mi occupo di risorse umane e gestione del personale.

Cosa cercate in un laureando in Giurisprudenza?

Sicuramente che sia interessato ai settori di cui poc'anzi e ne dimostri un serio approfondimento; teniamo conto della media e ci aspettiamo un voto di laurea molto alto. Imprescindibile la conoscenza della lingua inglese data la percentuale molto alta di clienti stranieri nelle sedi di Roma, Milano e New York.

Che consigli si sente di dare a un neolaureato?

Il mio consiglio è quello di buttarsi nel mondo del lavoro sin da subito, interessarsi a un'esperienza pratica che possa indirizzare le scelte future. Nel nostro studio il neolaureato viene messo al centro di un lavoro interessante sin dall'inizio: riunioni e risposta ai clienti, redazioni di pareri, ecc. Molti conciliano dottorato con esperienza lavorativa, tutto dipende poi dalle proprie ambizioni.


Avv. Emilio Caucci - studio BM&A
Emilio Caucci
Buon giorno Avv. Emilio Caucci, un piccolo accenno al suo percorso universitario..

Mi sono iscritto all'università nel 1988 e mi sono laureato in 4 anni, quindi nel 1993, presentando una tesi in procedura penale. Il mio professore quasi mi convinse ad intraprendere una carriera universitaria, tanto che pubblicai un articolo su Giurisprudenza Italiana. Nella vita però sorgono anche degli obblighi, come la leva militare, che deviano i tuoi progetti. Iniziai a fare una pratica molto difficile, partendo da Bracciano, passando per Roma e poi Fossano, e dati i continui spostamenti mi era molto difficile partecipare alle udienze, così che di fatto persi sei mesi dei due anni precedenti al concorso di avvocatura. Nel 1997 passai l’esame di stato e l’unico curriculum che ho mandato nella mia vita è stato in direzione dello studio Barel Malvestio, dove lavoro da oltre vent’anni.

Di cosa si occupa attualmente?

Sebbene abbia fatto una tesi in procedura penale, e avessi una solidissima preparazione in diritto civile, rientrando tra le possibilità il concorso di notariato, attualmente mi occupo di diritto amministrativo. Il messaggio è essere pronti a tutto. È giusto credere di avere delle passioni e coltivarle, ma poi nel lavorare veramente, entrando nel rapporto con il cliente e con la società del lavoro questo ti porta verso altri orizzonti, e addirittura altre passioni. Avvocati amministrativi ce ne sono pochi, pertanto sono riuscito a ritagliarmi una carriera più che soddisfacente.

Meglio essere eclettici piuttosto che specializzati fin dall’inizio…

Il mio consiglio è che eclettici e flessibili bisogna esserlo per forza. Chi è troppo specializzato e fa un passo oltre i suoi confini è perso, magari sa tutto del diritto penale dell’economia senza sapere cosa sia un contratto. Allo stesso tempo però dico che una passione per qualcosa ci vuole, perché è questo che ci porta avanti e che in fondo ci tiene in vita. Poi può succedere di partire con un’idea che porta ad accendere una nuova passione, proprio come è successo a me.

Quanto conta la retorica per un avvocato?

Aiuta. Per fare l’avvocato devi saper scrivere, comportarsi, parlare, essere psicologo, sapere che il cliente potrebbe essere un tuo nemico e bisogna imparare ad evitare certi comportamenti sbagliati. La retorica non è così fondamentale in partenza, dal momento che anche con l’esperienza, in qualche modo la si apprende. Ovviamente chi opera nel penale senza capacità retoriche non andrà molto lontano. Viceversa se ti occupi di diritto dell’informatica questa abilità può essere meno importante, essendo una materia estremamente tecnica e anche per il fatto che in questo settore potresti essere uno dei pochi davvero bravi.

Identikit del candidato ideale…

Deve essere determinato, ma anche sapere di non sapere. Deve avere fame di conoscenza, ma senza essere troppo teorico. A volte l’eccesso di teoria nasconde la sostanza. Inoltre deve essere come detto prima flessibile. Approccio pratico nella vita e nella professione. Non può assolutamente sbagliare i congiuntivi. Deve metterci rigore e logica e quello che fa. Ma soprattutto passione.


Avv. Alessandro Guaiana - studio legale Padovan
Alessandro Guaiana
Buongiorno avv. Guaiana, lei oggi rappresenta un autorevole studio legale, qual è stato il suo personalissimo cursus studiorum che lo ha portato dov'è adesso?

Anch'io, come voi, ho frequentato da studente la Facoltà di Giurisprudenza di Trento. Dopo essermi laureato ho iniziato un percorso presso uno studio legale locale iniziando contemporaneamente un percorso presso la scuola di specializzazione per le professioni legali cercando dunque di mantenere sia la prospettiva pratica che quella accademica. lnizialmente mi sono dedicato al diritto tributario, attività che ho seguito a livello accademico e la ragione per cui ho alle spalle molte pubblicazioni al riguardo.

Qual è stato il suo iniziale approccio al mondo del lavoro?

La mia prospettiva iniziale era quella di tenere più porte aperte perchè, come tanti studenti alla fine del loro percorso universitario, è difficile capire cosa si vuole veramente fare anche perchè non si hanno ancora delle esperienze dal punto di vista pratico. Quindi il primo consiglio che posso dare è sicuramente quello di intraprendere durante il percorso universitario delle esperienze lavorative interessanti magari presso tribunali o studi legali per rendersi conto sin da subito se questo genere di attività può entusiasmarli. Sono tante le realtà ove si possono maturare delle esperienze senza dover aspettare di conseguire una laurea, persino in aziende o affini. Questo lo trovo fondamentale per non sentirsi impreparati nel post-lauream e anche ai fini di un curriculum competitivo.

Che ruolo gioca l'internazionalizzazione, fiore all'occhiello dell'UNITN, in uno studio legale come il suo?

Personalmente sono stato sempre attento agli aspetti dell'internazionalizzazione e adesso ho la fortuna di lavorare per uno studio qualificato da aspetti transazionali e internazionali relativi principalmente ai settori del commercio e delle costruzioni. Questo interesse sta diventando negli ultimi tempi dilagante un po' in tutti gli studi legali, seppur nazionali, quindi un altro consiglio che mi sento di offrire è quello di sfruttare tutte le occasioni che l'Università offre per svolgere un periodo di studio o ricerca all'estero. Io, durante il mio percorso universitario, scelsi di partire in Erasmus a Maastricht. Per certi studenti potrebbe sembrare un'esperienza che allunga gli studi ma, per quanto comunque questa idea sia opinabile, ne vale certamente la pena per un confronto diretto con altre realtà; al di là delle Alpi c'è un mondo interessante e il confronto con l'altro da sé arricchisce sempre.

Mi pare di capire che la collaborazione e il confronto è molto importante per lavorare in uno studio di tale reputazione...

Proprio così. Il sapersi confrontare gioca un ruolo cruciale, nella vita come nel lavoro. Personalmente diffido da chi si dedica al 100% allo studio sui libri ma non conosce la realtà; il confronto con altre persone, altri studenti e professori è imprescindibile. Fortunatamente a Trento vi è una forte attenzione per quest'ultimo rapporto, dato non banale poiché non è effettivamente presente in tutte le realtà universitarie. L'attività di relazioni è inevitabile, per noi il networking è un concetto chiave.

Si è specializzato sin da subito? Cosa consiglia ai laureandi in merito alla scelta di un ambito del diritto?

Il mio approccio iniziale è stato quello di fare tutto, non abbracciare un'unica branca del diritto. Tuttavia consapevole della tirannia del tempo ho iniziato a dedicarmi al diritto tributario, disciplina che mi ha accompagnato a livello accademico, lavorativo e anche nelle mie esperienze all'estero. Inizialmente per conto di un'azienda mi sono occupato della scrittura di testi di diritto tributario, attività che svolgo tutt'oggi nei ritagli di tempo. Ho avuto l'opportunità con la Provincia di andare a Bruxelles svolgendo un periodo presso la Rappresentanza della Provincia autonoma di Trento a Bruxelles dedicandomi ai rapporti con le Istituzioni europee e a seguito di questa esperienza sono stato per circa cinque mesi presso la DGC (Direzione Generale per la Concorrenza della Comunità europea) occupandomi di aiuti di stato fiscali, in qualche modo in linea con la mia attività di tributarista, occupandomi di grossi casi come Starbucks, Amazon, ecc. L'esperienza europea si è rivelata davvero affascinante.

Di cosa si occupa Padovan e in cosa si distingue?

Rientrato in Italia dall'esperienza europea sono stato accolto nello studio Padovan ove adesso mi occupo di export-control e sanzioni economiche internazionali, una materia quasi unica e specialistica al massimo; gli studi che se ne occupano sono pochi. È una materia affascinante perchè implica la conoscenza di tutto quello che sta attorno ad un'operazione di esportazione. Si occupa di quello che succede quando il legislatore europeo e quello italiano impongono una restrizione alla movimentazione di certi prodotti o alla messa a disposizione diretta o indiretta di fondi/risorse economiche verso certe società. Tutto ciò implica una conoscenza di tecniche che spaziano dal diritto commerciale internazionale al diritto europeo, una necessaria comprensione del mondo finanziario bancario, delle sanzioni e restrizioni, del mondo della contrattualistica e anche la conoscenza di ordinamenti stranieri, come quello americano.

Come descriverebbe il suo candidato ideale, colui/colei che assumerebbe oggi stesso?

Sicuramente dovrebbe essere una persona che abbia nel suo curriculum delle esperienze all'estero, una conoscenza del mondo internazionale diretta, la padronanza di una lingua straniera e un quid pluris sarebbe una prima esperienza lavorativa. In più sicuramente mi aspetto molta curiosità, anche extra-lavorativa, il che rappresenta un aspetto fondamentale che viene considerato prioritario rispetto ad altri fattori perchè se una persona non ha voglia di confrontarsi, di imparare o di mettersi in gioco diventa difficile lavorare in settori come questo che sono in continua evoluzione. Cerchiamo persone che non siano monotematiche ma eclettiche e interessate a ciò che succede nel mondo.


Avv. Domenico Paduano - Studio legale Lombardi Segni & Associati
Domenico Paduano
Buon giorno avv. Paduano, come prima domanda può raccontarci brevemente il suo percorso accademico?

Il mio percorso è molto semplice. Ho studiato a Trieste, frequentando un normale Corso di Laurea in Giurisprudenza durante il quale ho trascorso un anno a Francoforte grazie al programma Erasmus. È stata un’esperienza bellissima e sicuramente proficua sia dal punto di vista personale che del curriculum: per un grande studio legale il fatto di avere fatto un’esperienza all’estero è un requisito molto apprezzato, poiché dimostra la conoscenza della lingua straniera e soprattutto intraprendenza e capacità di adattamento. Ciò non toglie che durante i cinque anni di università lo studio è stato molto pesante.

Finiti gli studi, come è approdato presso lo studio legale Lombardi Segni e Associati?

Tramite il mio relatore, professore di Procedura Civile, nonché associato al nostro studio. Mi propose di fare una prova e, essendomi trovato bene e, cosa ancor più importante, non essendo stato cacciato, ormai ci lavoro da quattro anni.

Di cosa si occupa principalmente lo studio?

Lo studio nasce con una predilezione per il contenzioso: il suo fondatore, l’avv. Giuseppe Lombardi, è uno dei migliori contenziosisti in Italia. Nonostante lo studio sia stato focalizzato in passato sull’attività giudiziale principalmente in Italia, nel corso degli ultimi anni ha acquisito sempre maggiori competenze anche nello stragiudiziale e all’estero, ampliandola propria attività su altri settori anche tramite professionisti specializzati. Un settore molto interessante e che sta acquisendo un importante fetta del mercato è quello dell’Energy, di carattere stragiudiziale, e specializzato soprattutto nelle energie rinnovabili. Nell’ultimo anno, una dei nostri partner, l’avv. Carla Mambretti, ha vinto il premio per il miglior avvocato in Italia nel settore dell’efficientamento energetico. Lo studio dispone inoltre, per citarne qualcuno, di un team per il settore di banking, per il diritto amministrativo, uno molto ampio che opera nell’M&A e nel Private Equity. La sede di Roma, coordinata dal name partner Antonio Segni, è nota principalmente nel settore del Capital Markets. Inoltre per stare al passo con le necessità dovute ai rapporti con clienti stranieri, negli ultimi anni è stato creato un team specializzato in arbitrati internazionali.

Avv. Paduano, lei in cosa è specializzato?

Io personalmente mi occupo di giudiziale, di contenzioso puro. Una cosa che mi piace del lavoro in un grande studio è che trattiamo sempre cause molto grandi e complesse. Non seguiamo cause seriali, sempre simili, magari bagatellari. Per fare qualche esempio abbiamo seguito il caso ILVA, Alitalia, il caso di Monte Paschi di Siena, il “fallimento” di Parmalat, tutte cause estremamente complesse. La conseguenza è che la mole di lavoro è notevole, ma anche le soddisfazioni e le gratificazioni sono molte.

Essendo circondato da tanti professionisti di alto livello è necessario essere pronti a subire critiche e collaborazione in gruppo…

Il lavoro è sempre di team e soprattutto all’inizio non vieni mai lasciato da solo a lavorare, ma sempre affiancato da qualcuno che supervisioni il tuo operato. La voglia di imparare attraverso un continuo confronto con il tuo capo e i tuoi colleghi è necessaria ed essenziale. Non si può essere presuntuosi perché, per quanto ti possa laureare con il massimo dei voti, ti ritrovi ad essere l’ultima ruota del carro, dal momento che il mondo del lavoro è qualcosa di completamente ignoto. È naturale quindi che i primi anni sia necessario accettare il lavoro con estrema umiltà e apertura verso quelle che non sono critiche, ma all’inizio sono percepite come vere e proprie “mazzate”. Ad esempio prepari una bozza e te la riformulano completamente, poi ne prepari un’altra e te la riformulano tutta tranne qualche riga, e così piano piano migliori. Le mie stesse bozze a volte vengono in parte riformulate, sebbene lavori qui da quattro anni.

Possiamo quindi sfatare il tabù del grande studio, tanto lavoro e poca crescita…

Si, assolutamente! Una cosa che vorrei fare con questa intervista è proprio sfatare il mito del grande studio. È falso, poiché anche uno studio gigantesco è diviso per team. Nel mio caso lavoro con una sola persona sopra di me, il mio capo, e due praticanti con noi, come se fossimo un piccolo studio di quattro persone. Ciò che ci distingue da uno studio piccolo è che quando hai bisogno di qualche aiuto o confronto, vai nella stanza affianco in cui trovi il team specializzato nella materia non di tua competenza e così facendo non solo hai l’opportunità di imparare tantissime cose, ma anche al tuo cliente arriva un risultato eccellente, opera di un professionista esperto in una determinata materia. Io consiglio lo studio grande, non solo per i maggiori benefit, anche in termini remunerativi, ma soprattutto per la qualità del lavoro, perché hai molte attenzioni e quindi grandi possibilità di imparare. Magari inizialmente può sembrare di non fare molti progressi di tipo lavorativo, ma in realtà si impara poco alla volta con moltissima attenzione ad ogni piccolo passo.

Ultima domanda, identikit del candidato che lei assumerebbe oggi stesso.

Semplice. Un ottimo voto di laurea, sicuramente sopra il cento, possibilmente sopra il 105, ma ovviamente non scartiamo il 104. Un ottimo inglese non necessariamente madrelingua o un inglese giuridico, su cui peraltro anche io sto ancora lavorando. In sintesi almeno un B2.. Inoltre sono molto apprezzate le soft skills, maturate anche grazie a tutte quelle esperienze al di fuori del solo mondo accademico.


Qui di seguito la testimonianza della nostra studentessa Margherita Piromalli, che durante lo Jus Day ha tenuto un colloquio con lo studio legale White & Case Europe (LLP) e successivamente è stata chiamata per svolgere uno stage a Milano.

Margherita Piromalli - studentessa al V anno - Facoltà di Giurisprudenza
Margherita Piromalli
Dove hai svolto il tuo stage?

Ho svolto il mio stage presso la sede milanese dello studio legale White & Case Europe (LLP).

Di cosa ti occupavi?

Durante la mia permanenza di tre mesi presso lo studio, ho avuto la possibilità di seguire due operazioni di finanziamento, lavorando, in particolar modo, a stretto contatto con una professionista: sotto la sua guida, mi sono occupata della stesura di contratti, della redazione di pareri legali e ho anche avuto l’opportunità di partecipare alle gestione dei rapporti con i clienti e con gli avvocati di controparte. Inoltre, ho svolto attività sporadiche di traduzione giuridica e di ricerca legale per altri dipartimenti dello studio, quali quello di Corporate, Capital Markets, e Antitrust.

Come hai trovato quest'opportunità?

L’opportunità che ho colto è stata estremamente entusiasmante e stimolante, poiché ho avuto modo di scoprire in cosa consista realmente questo mestiere sia attraverso la mia esperienza diretta, sia mediante i racconti dei miei colleghi. Ho potuto mettere in pratica ciò che ho appreso nei passati anni, combinando le mie conoscenze teoriche con lo sviluppo di competenze pratiche, assolutamente necessarie per poter svolgere questa attività. In particolare, ho imparato ad essere versatile ed organizzata, a rispettare scadenze e a cercare di anticipare sempre le richieste prima che le stesse vengano poste.

É stata un'esperienza utile? Perchè?

È stata sicuramente un’esperienza utile, dal momento che ha rappresentato un’occasione per mettermi in gioco e migliorarmi sia giuridicamente sia umanamente, oltre a consentirmi di dare finalmente un senso ai tanti anni passati sui libri. Inoltre, grazie ai mesi trascorsi presso lo studio, ho acquisito maggiore consapevolezza rispetto alle scelte che dovrò affrontare e, più in generale, rispetto a come disegnare il mio prossimo futuro.

Consiglieresti anche ad altri studenti questa esperienza? Perchè?

Consiglierei di cuore ad ogni studente di Giurisprudenza un’esperienza del genere: credo sia necessario essere e dimostrarsi il più lungimiranti possibili, investendo tanto nella preparazione teorica ed altrettanto nelle esperienze concrete. Trovo che tali opportunità siano fondamentali per poter arrivare a scelte consapevoli e che si possano rivendicare come scelte proprie in quanto basate su una personale scoperta del mondo. Non basta avere un’idea di ciò che si vuol fare: bisogna trovare anche il tempo e la determinazione per mettere tale idea alla prova nella pratica, e, a volte, per metterla in dubbio, così da poter poi finalmente intraprendere con convinzione la propria strada.

Jus Day 2017

Il 9 marzo 2017 l’Associazione Alumni della Facoltà di Giurisprudenza, in collaborazione con Alumni UniTrento e l'Ufficio Job Guidance dell’Ateneo, ha organizzato la prima edizione dello Jus Day, un evento volto a favorire un concreto confronto fra rappresentanti degli ambiti professionali più accreditati e studenti e neolaureati in Giurisprudenza.

Qui di seguito le interviste video rilasciate dai vari professionisti e da alcuni partecipanti all'evento.

Interviste Jus Day 2017

Intervista all'Avv. Paola Strada dello Studio legale La Scala

Intervista all'Avv. Robert Becker dello Studio legale White & Case

Intervista all'Avv. Leofreddi dello Studio Legale Jones Day

Opinione di una laureanda sul primo Jus Day 2017

Intervista all'Avv. Alessandro Guaiana dello Studio legale Padovan

Intervista al Dott. Giorgio Pasolli, direttore di Banking Care

Intervista all'Avv. Tommaso Li Bassi dello Studio legale Legance

L'Avv. Alessia Ceccon presenta lo Studio legale internazionale AC Law

Intervista all'Avv. Lorenzo Parola dello Studio legale internazionale Paul Hastings

Intervista all'Avv. Anna Sacquegna dello Studio legale associato LAW & CO.

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